Sfogo #4/16



Pascolate ingobbiti verso fabbriche di sfruttamento e alienazione. Li chiamate luoghi di lavoro. Il vostro cielo è plumbeo come il mio, anche quando vi ingannate credendo a quella menzogna di nome Sole. Fingete sorrisi e interessi solo per non cedere definitivamente alla solitudine, unica regina della Vita reale. E tra uno schiamazzo non troppo deciso, un pedale non troppo premuto ed una fellatio non troppo focosa, avanzate incontro alla Morte a passo lento e cadenzato. Temete i peccati più dei reati, e spesso li confondente. Colpa della vostra morale, di quella gabbia senza la quale vi sentite nudi. Uomini liberi, ma nudi. Preferite le catene alla moda e il saio firmato. Meglio essere vestiti, pudici e accettati. Ma accettati da chi? E, soprattutto, perché?
Talvolta il vostro spirito torna al contatto primordiale con la natura. Con un albero spoglio dopo un autunno di crolli emotivi. Con un fogliame ricoperto dal fango del tempo. Con un tramonto timido e liquefatto, che si infila tra i rami chiedendo scusa e permesso. Talvolta accade, questa magia atavica. E solo allora comprendete, per un instante infinito, l'immensità della Verità naturale. E vi sentite piccoli, inermi, indifesi. Ma vivi.
E avete paura.

[Lord Styrner]

Nessun commento:

Posta un commento