Sfogo #12/16



Siete delle bestie. Delle luride disgustose bestie. Anzi, siete peggio: almeno le bestie seguono un istinto. Voi nemmeno quello. Voi lo fate apposta. Voi, esseri umani, scegliete di essere bestie. Dimostrando ogni giorno che la razza umana, tranne poche eccezioni, meriterebbe di estinguersi e non certo di dominare le altre specie animali.
La maleducazione, ad esempio. Ormai chiunque di voi sa che quando si entra in un posto bisogna salutare. E tutti voi sapete che, se una persona vi saluta, è buona norma contraccambiare il saluto. Ognuno di voi sa che bisogna mantenere la porta ad una persona con le mani occupate, oppure che bisogna far scendere i passeggeri dal bus o dal treno prima di salirci. Sapete che in bagno bisogna alzare la tavoletta; eppure continuate a pisciarci sopra. Quando c'è una fila di persone davanti a voi, dovete mettervi in coda e attendere il vostro turno; eppure continuate a passare davanti, confidando sul fatto che nessuno vi dica nulla - o al massimo vi auguri, parlando tra sé, una morte lenta e dolorosa. Se dovete fare un servizio urgente e lasciate l'auto in seconda fila, sarebbe buona creanza prestare particolare attenzione alle auto che state bloccando: se uno deve uscire, non può passare decine di minuti a suonare il clacson sperando che voi vi degnate di uscire e spostare l'auto!
E invece niente. Continuate a non salutare, a non ricambiare i saluti, a lasciar chiudere le porte, a non attendere la discesa dei passeggeri, a pisciare fuori dalla tazza, a non rispettare la fila, a non attendere il vostro turno, a parcheggiare come cazzo vi pare. E chi se ne fotte degli altri, delle loro mani occupate, dei loro piedi che non riescono a scendere dal treno, del piscio che impregna le scarpe, dei coglioni in fila, dei poveri cristi che devono uscire con l'auto.
Se esistesse una giustizia divina, non avreste scampo. Sareste fulminati all'istanto. Per voi non ci sarebbe posto in paradiso. Ma per fortuna - vostra, ma in fondo anche nostra - il paradiso non esiste. E la giustizia divina nemmeno.
Resta la giustizia degli Uomini. E quella veste i panni della Vendetta. O della Punizione.

[Lord Styrner]


Sfogo #11/16



Non aver paura. Ho quasi finito. Ho tolto il coltello di mezzo. Ti ho tagliuzzato abbastanza. 
Sembri uno di quegli adolescenti che si tagliano sulle braccia. "Emo", mi pare si chiamino così. Coglioni. Anche nell'autolesionismo ci vuole una logica, e loro non ce l'hanno. Si tagliano per moda. Coglioni. Tu invece non sei un adolescente coglione, vero? Se un bel cinquantenne, amministratore delegato d'azienda. Sei un manager. Uno con la macchina difficile e il licenziamento facile. 
Tu non sei un coglione. Sei un bastardo.
Aspetta solo un attimo. Fammi fare un ultimo taglietto qui...

Ecco fatto. Adesso siamo a posto. Non ti dimenare così tanto! Non posso credere che questo taglietto sia stato più doloroso degli altri! Quando ti ho strappato una ad una le unghie dei piedi non hai fatto tutta 'sta scena. Hai sofferto con più dignità. Che fai, mi scadi proprio ora che ci avviamo alla fine? Vedi, queste cose mi fanno davvero incazzare. E poi, quando passa l'incazzatura, mi rimane la delusione. E la delusione si tramuta in disperazione.
Sai cosa faccio quando sono disperato? Non ne hai idea. Davvero. Tremeresti se te lo raccontassi. Figuriamoci se te lo facessi vivere in diretta.

Bravo, così. Calmati. Tanto non può sentirti nessuno. Né le troie che ti scopi con frequenza invidiabile né gli operai che hai mandato sul lastrico due mesi fa. Sei solo qui, nella tua bella realtà aziendale del nordest produttivo. Ci sono solo io a farti compagnia. Sei contento, vero? Muovi la testa e rispondi. Esatto, bravissimo. 
Vedi: io non volevo farti del male. Ero venuto semplicemente a dirti che si era suicidato un altro operaio. Un altro tuo ex dipendente. Uno di quelli che hai cacciato a calci in culo due mesi fa, per delocalizzare tutto 'sto casino in Austria. Si dà il caso che quest'ultimo operaio fosse mio fratello. Quando sono entrato e ti ho trovato a incularti quella baldracca di merda. Quando ho visto la cocaina sulla scrivania. Quando ho sentito i suoi gemiti di finto piacere. Beh, non ci ho visto più. Mi è dispiaciuto ucciderla. Io ero venuto per te, solo per te. Se lei non fosse stata così troia da farsi scopare da un vecchio potente col cazzo moscio e il portafoglio duro, sarebbe ancora viva. Invece guardala ora. Guardala, porco dio. Sgozzata come una scrofa. E deve ringraziare il cielo che a sgozzarla sia stato io. Sai, sono un macellaio di altissimo livello. Il mio negozio va bene, nonostante la crisi. La mia carne è di qualità e la clientela è sempre soddisfatta. Sono bravo coi coltelli. Lo avrai notato, spero...

E sai in cosa sono anche bravo? Nel baseball. A livello dilettantistico, sono uno dei più bravi della regione. Da ragazzo ho giocato anche tra i pro, ma non è andata. Adesso mi diverto un po' nelle serie inferiori. Aspetta, voglio farti vedere una cosa...
Eccola qui. Ti piace? La mia mazza da baseball. Personalizzata. Me l'hanno portata dagli Stati Uniti, una decina d'anni fa. Non sai quanti fuoricampo ho fatto con 'sta mazza! Si chiama Lucille.
Ehi, ma mi stai a sentire? Apri 'sti cazzo di occhi, porco dio! Non ho ancora finito con te! 
Non! 
Ho! 
Ancora!
Finito!
Con!
Te!
Lurido!
Bastardo!
Figlio!
Di!
Puttana!

...

Maledetto. Mi hai costretto ad ucciderti subito. Volevo giocare ancora un po', e invece niente. Stavi morendo troppo presto. E non potevo lasciarti andare senza farti conoscere Lucille. Picchia forte, hai visto? Ti ho fracassato le gengive con un solo colpo. E la testa, poi... ti è esplosa, cazzo!
Ah ah ah ah ah!

Sfogo #10/16



Avevo tanto, ma non volevo niente.

La felicità sta proprio nel conquistare le cose, se non abbiamo nulla da guadagnarci uscendo fuori i denti non saremo mai felici.
Questo sono io.

Ho raggiunto una buona parte dei miei obbiettivi e ora voglio tornare indietro per ripercorrerli, ma in un modo diverso. Solo cosi potrò riassaporare la felicita'.

[Semplicemente Andrea]

Sfogo #9/16



L'orizzonte è muto. Ingabbiato dalle nubi. Massacrato dalla pioggia. 
E il nostro amore sta finendo. Non mi chiedo nemmeno perché. So solo che sta accadendo. E che noi non possiamo farci nulla. Non possiamo arginare il crollo della diga. Non possiamo fermare la valanga che ci sta travolgendo.
Io alla finestra, tu sul divano. La televisione è accesa. I nostri occhi spenti. Provo a guardare attraverso le gocce di pioggia che rigano la finestra. Niente. Impossibile. Tu dondoli un desiderio tra le braccia. Sei pallida. Sei stanca. La vitalità ti ha abbandonato. Colpa tua, colpa mia, colpa di dio - se esistesse. Non so di chi sia la colpa. Non mi interessa. Non più, ormai.
Piove nel vento. Gocce portate chissà dove. Vorrei stare con loro in questo momento. Scomparire. Fuggire. Andare via, in balia del vento. Ormai vivo in balia del tempo. I risvegli tutti uguali. Le cene silenziose. Il sesso saltuario e annoiato. La notte gelida. Gli incubi e le ansie. E poi ricominciare. Un'altra alba. Un altro tramonto.
Come se ne esce? Non ne ho idea. Di sicuro, non si può andare avanti. Possiamo provare a tornare indietro, a quando ti suonavo una canzone o ti declamavo una poesia. A quando ci emozionavamo per un tramonto. A quando stavamo rintanati in auto ad ascoltare la musica. Mentre fuori pioveva forte. Forte come adesso.
Vorrei dirti qualcosa, ma so che sarebbe inutile. Ormai ogni gesto, anche il più gentile, ha perso significato per te. La routine ha preso il sopravvento. Tutto è scontato. Tutto è banale. Non c'è più un guizzo, un lampo, uno scatto, una caduta improvvisa. Le ferite che sanguinano sono quelle invisibili. E non si cicatrizzeranno mai.
Mai più.

[Lord Styrner]

Sfogo #8/16



Non urlare.
L'undicesimo comandamento è probabilmente questo. Perché non importa se ciò che dici è giusto o sbagliato: se urli, hai torto. La gente ripete che chi urla lo fa "perché è debole", oppure "perché non ha argomenti validi", o semplicemente "perché non sa avere un confronto civile".
Civile. Aggettivo che indica qualcosa o qualcuno che abbia a che fare con la civiltà. E io, di civiltà, non ne vedo intorno a me. Vedo solo facce da cazzo e facce da morto, pompini fatti senza voglia e baci dati con le labbra secche, inaridite come le anime. 

Non urlare.
Potresti essere anche Nietzsche che sta dissertando sull'utilità e il danno della storia per la vita. Se urli, stai sbagliando. Quindi è sbagliato ciò che dici. Se fosse giusto, se tu fossi convinto di dire qualcosa di giusto e di vero, non avresti bisogno di urlare. Quindi non ti sto proprio a sentire. Non voglio sentirti. Levati dalle palle. Ho di meglio da fare, tipo vedere Hell's Kitchen o leggere un bel post di Selvaggia Lucarelli. Tipo chattare coi colleghi di lavoro. Tipo avere una espressione talmente annoiata da appannare i vetri degli occhiali semplicemente con lo sguardo.

Non urlare.
Al mondo, oggi, non servono i tuoi decibel. Produci, consuma e crepa...ma in silenzio, mi raccomando. Se proprio senti il bisogno impellente di dire qualcosa, occhio alla manopola del volume. Fallo a voce bassa e forse - un forse grande quanto una casa abusiva o quanto lo yacht di Briatore - qualcuno ti ascolterà. Distrattamente, per pochi istanti, ma ti ascolterà. E tu sarai felice.

Sii felice. Non urlare.

[Lord Styrner]

Sfogo #7/16



Epilettici.
Siamo tutti potenziali epilettici. Specie se ci troviamo nei pressi di una caserma dei carabinieri o di un commissariato di polizia. Potrebbe venirci una crisi epilettica e saremmo capaci di spaccarci la faccia da soli, romperci qualche vertebra e - perché no - persino morire.
Così sarebbe morto Stefano Cucchi secondo gli specialisti incaricati dal Gip di fare luce su uno degli omicidi più turpi e stomachevoli degli ultimi anni. 
Pensateci un attimo: vostro figlio viene beccato con qualche grammo d'erba da uno sbirro; viene condotto in caserma e trattenuto; per sei - dico SEI - giorni non avete sue notizie né riuscite a parlargli; dopo sei giorni ve lo riconsegnano morto e ridotto in condizioni pietose, con evidenti segni di percosse e con fratture multiple su varie parti del corpo. Vostro figlio viene fermato dallo Stato, e dopo sei giorni lo Stato ve lo riconsegna morto. Massacrato. Che cosa fareste?
Ecco, io ci ho pensato. Sono sette anni che ci penso. Oggi ci ho ripensato. Se fosse capitato a mio figlio, probabilmente ora non starei qui a raccontarlo. Sarei completamente folle. E starei in galera. Si, perché di certo non avrei consentito ad uno degli aguzzini di mio figlio di continuare a vivere. No, non avrebbe più abbracciato suo figlio e sua moglie, festeggiato compleanni e natali, visto partite di calcio insieme ai suoi cari. 
Starebbe sottoterra, come mio figlio. 
E a fargli compagnia, probabilmente, ci sarebbe anche qualche esponente di quei vergognosi "sindacati di polizia" che adesso esigono, pretendono le scuse della Famiglia Cucchi.

[Lord Styrner]


Sfogo #6/16



Entrai.
Sì, c'era quello che io mi aspettavo.
C'era gente che conoscevo, gente di cui non me ne fregava un cazzo e c'era quella ragazza che mi faceva girare la testa.
Io avevo la ragazza, ma sentivo di dover dare qualcosa a Brianna...Non siate mal pensanti!!!!
Tutto quello che faceva mi attirava, mi attiravano le sue curve, i suoi modi di fare, i suoi modi di essere, era qualcosa di molto strano, ma ne ero attratto.
Lei non so se mi dava conto o si comportava così con me perché era il suo carattere, ma fatto sta che lei era pronta a tutto.
Vi starete chiedendo, eh allora perché non ti ci buttavi?
Perché i sensi di colpa uccidono più di qualsiasi altra cosa.
Non fumo, ma mi accesi una sigaretta accompagnata da una buona birra ghiacciata.
Mi sedetti.
Incominciai a bere, la prima, seconda, terza, quarta birra, il mondo non era mai stato così bello e confusionario allo stesso tempo.
Non riuscivo ad alzarmi per prendere l'accendino, la sigaretta si stava spegnendo.
Ogni tanto, tra una birra e l'altra io la guardavo intensamente, la spogliavo con gli occhi, la toccavo, immaginavo come poteva essere un bacio, un lungo bacio con lei.
Tutto svaniva.
Tutto svaniva quando il ragazzo di turno ci si buttava sopra come un facocero arrapato, e lì i miei pensieri cambiavano: aumentava la rabbia, aumentava il risentimento di quello che avevo provato prima.
Tutto questo accadeva in pochi istanti, istanti che rimangono impressi per sempre e ti accompagnano finché non ti ritrovi in mezzo ai vermi.
Mi alzai.
Presi un'altra birra e mi misi in un angolo in disparte a pensare a cosa stesse accadendo nella mia testa.
Avevo tante, tante idee che mi stuzzicavano il cervelletto, ma che non riuscivo ad eseguire.
Vidi quella piccola lucertola attaccata alla parete del giardino, e pensai che la sua vita sicuramente sarà qualcosa di magnifico, non pensare a niente, solo procurarsi il cibo e riprodursi...Questa si che è vita.
Mi girai.
Vidi di nuovo lei, stavolta con il ragazzo, io ero troppo strano per essere calcolato da una come lei, ma avevo qualcosa che la stuzzicava.
Mi ritenevo fortunato, ma non capivo perché cercava di avvicinarsi a me ma si ritirava subito, cosa aveva di strano? Cosa avevo io di strano?
Con gli altri si comporta in uno modo e con me in un altro.
Cazzo, mi alzai e presi un sigaretta...
Me ne andai, erano circa le 2 del mattino ed ero mezzo ubriaco e puzzavo da far schifo.
Presi la macchina, e cominciai ad andare non so neanch'io dove.
Mentre guidavo, vidi una panchina stupenda, tutta in legno che emanava comodità da tutti pori.
Scesi subito dalla macchina e andai verso quella panchina.

Erano le 6 del mattino ed io ero ancora seduto nella panchina da solo.
In testa avevo sempre lei, ma la pensavo in modo diverso, con un filo di disprezzo verso i suoi confronti, il suo modo di fare con gli altri ragazzi mi infastidiva.
Avevo bisogno di bere, di bere qualcosa che mi facesse scordare quella serata di merda.
Andai al primo supermercato disponibile e comprai due birre.
Le scolai senza pensarci due volte.
Dovevo andare a lavoro, ma non avevo né la forza né la voglia.
Pronto... Sono Andrew Smith non posso venire oggi, sono ricoverato all'ospedale.
Sii, come scusa poteva andare.
Ora avevo una giornata davanti per potere smaltire una mezza sbronza e una mezza troia.

[Semplicemente Andrea]

Sfogo #5/16



"Legavano per ore al passeggino bimbi di due e tre anni. E qualche volta perdevano la pazienza e facevano volare pure i ceffoni".
La pagina maltrattata di un quotidiano locale. Due righe sotto un titolo. L'asilo dove volano gli schiaffi. Un titolo da commedia nera.
Posso sentire le urla. Le urla dei bambini picchiati. Posso leggere il terrore sui loro volti. Posso assaporare l'amaro delle loro lacrime. Hanno conosciuto la rabbia. Il dolore. Il disprezzo. L'impotenza. La cattiveria. La sopraffazione. L'abuso. 
Cose che non dovrebbero essere conosciute in tenera età. Ma la società "civile", ormai, non ha rispetto per nulla e nessuno. Nemmeno per un'anima che ancora non ha avuto tempo di sporcarsi. Di corrompersi. Di scendere a patti. Di accettare compromessi. Di girarsi dall'altra parte. 
Anime ancora candide. Pure.

Legavano i bimbi e li pestavano. Questo raccontano i video raccolti. Questo singhiozzano le registrazioni audio. Telecamere nascoste. Microfoni nascosti. Violenze nascoste. Fortissime, disarmanti, incomprensibili violenze nascoste. 
Maledette. Che voi siate maledette. In tutte le vite che eventualmente vivrete. Che voi siate dimenticate dai vostri figli e dai vostri nipoti. Che voi siate..., anzi, che voi non siate più. Niente. Nessuno. Nulla.

Legavano i bimbi e li pestavano. E avevano il coraggio di definirsi maestre. Educatrici. Professioniste del mondo della scuola. Non c'è pena sufficiente per voi. Per il male che avete arrecato. Sui corpi e sulle menti. Sulla pelle e sull'anima.
Non so cosa dirà la Legge. Non mi interessa nemmeno. Ciò che conta è la Giustizia. E in questi casi essa può indossare solo  i panni della Vendetta.

[Lord Styrner]


Sfogo #4/16



Pascolate ingobbiti verso fabbriche di sfruttamento e alienazione. Li chiamate luoghi di lavoro. Il vostro cielo è plumbeo come il mio, anche quando vi ingannate credendo a quella menzogna di nome Sole. Fingete sorrisi e interessi solo per non cedere definitivamente alla solitudine, unica regina della Vita reale. E tra uno schiamazzo non troppo deciso, un pedale non troppo premuto ed una fellatio non troppo focosa, avanzate incontro alla Morte a passo lento e cadenzato. Temete i peccati più dei reati, e spesso li confondente. Colpa della vostra morale, di quella gabbia senza la quale vi sentite nudi. Uomini liberi, ma nudi. Preferite le catene alla moda e il saio firmato. Meglio essere vestiti, pudici e accettati. Ma accettati da chi? E, soprattutto, perché?
Talvolta il vostro spirito torna al contatto primordiale con la natura. Con un albero spoglio dopo un autunno di crolli emotivi. Con un fogliame ricoperto dal fango del tempo. Con un tramonto timido e liquefatto, che si infila tra i rami chiedendo scusa e permesso. Talvolta accade, questa magia atavica. E solo allora comprendete, per un instante infinito, l'immensità della Verità naturale. E vi sentite piccoli, inermi, indifesi. Ma vivi.
E avete paura.

[Lord Styrner]

Sfogo #3/16



Alla fine ci spostate come pacchi postali. Da una sede all'altra, da sud a nord, dall'alba al tramonto. Ci spostate senza chiederci il permesso, prendendoci con la forza della fame. E della paura. Pensate che garantirci uno stipendio sia già sufficiente. Pensate che noi non abbiamo bisogno d'altro. Pensate che dovremmo ringraziarvi.
E io vi ringrazio. Vi ringrazio perché vedendo voi mi sento un uomo migliore. Non avrò la vostra auto e non andrò in vacanza alle Maldive, ma sono migliore di voi. Perché io sono un Uomo. Voi, semplice umanità al potere.
Ed io avrò la mia Giustizia, anche se voi la chiamerete Vendetta.

[Lord Styrner]

Sfogo #2/16



Non bastava quella boiata integralista del Family Day. I fenomeni che ci governano si sono inventati anche il Fertility Day. Il giorno in cui sarà consentito a tutti di non recarsi al lavoro per stare a casa a scopare come ricci? No, non si tratta di questo. Purtroppo. Quei luridi pezzi di merda che stanno al governo di questa sottospecie di nazione hanno deciso di lisciare il pelo a certe lobbies integraliste cattoliche. Gente che scopa in base alle fasi lunari e non in base al proprio desiderio. Gente che decide a tavolino quando scopare, senza lasciarsi prendere dalla passione del momento. Morti di merda, insomma.
Ebbene abbiamo una flaccida ministra del cazzo, una probabile figa di legno, che ha pensato bene di aggiungere alla puttanata del Family Day un'altra data imperdibile per gli integralisti di questa latrina di Paese. E così gli appuntamenti per certi esemplari deambulanti di umanità allo stato sub-larvare diventano due. Ma la ministra si è mai posta la domanda delle domande: perché cazzo adesso si fanno meno figli?
Provo a rispondere io.

Cara ministra frigida,
chi le scrive è un uomo eterosessuale, sposato con una donna eterosessuale e padre di due bambini. Faccio l'impiegato, come mia moglie. Siamo, quindi, secondo quelle cloache del Family Day e buona parte dei suoi elettori, una famiglia "normale". Abbiamo dovuto attendere di avere più di 30 anni per creare questa famiglia. Secondo lei, e secondo i geni che appoggiano questa idea del Fertility Day, come mai? Glielo dico io.
Ho iniziato a lavorare a 18 anni. Contratto co.co.co, poi diventato co.pro., insomma contratto precario. Ho avuto contratti del genere fino a 27 anni. A quell'età, mio padre si era già sposato e aveva due figli...
Fortunatamente, a 27 si è presentata "l'occasione" (!!!) di EMIGRARE e di trovare lavoro, insieme alla mia fidanzata che poi diventerà mia moglie, a Roma. Contratti di 6 mesi: a me full time, a lei addirittura part-time. E una promessa che, se le cose fossero andate bene, avremmo avuto il contratto a tempo indeterminato.
Prima cosa da fare: trovare una casa da affittare. Sa quante case sfitte ci sono a Roma? Più delle famiglie in lista per un alloggio popolare. Ci sono più case che famiglie. L'offerta supera la domanda, eppure... i prezzi sono altissimi. Questo a dimostrare che le vostre regole liberiste del cazzo sulla legge della domanda e dell'offerta che regolano e calmano il mercato sono puttanate immonde. Troviamo comunque un buco a 700 euro al mese, spese escluse. Mia moglie ne guadagnava, col suo part-time, 800. Si può mai fare un figlio in queste condizioni?
Otteniamo il tempo indeterminato e allora decidiamo di pensare al matrimonio. Quindi dobbiamo comprare una casa. Conosce i prezzi delle case a Roma? Non dico gli appartamenti al centro, sia chiaro. Mi riferisco alle case situate fuori dal Raccordo Anulare. In periferia. Estrema periferia. Sa quanto costano? No, non lo sa, altrimenti non proporrebbe puttanate del genere. Beh, glielo dico io: se uno non ha alle spalle famiglie che possono anticipare un po' di contante, ci vogliono 30/35 anni di mutuo. Glielo scrivo in corsivo, così capisce meglio: trenta/trentacinque anni di mutuo. E parliamo di almeno 800 euro al mese. Questo grazie ai tassi che le banche applicano sui mutui.
Ma non fa niente, andiamo avanti. Compriamo casa, ci sposiamo e fortunatamente mia moglie esce incinta. Vuole sapere le spese per visite, esami e medicinali che bisogna affrontare? Lasciamo stare... Dopo nove mesi nasce nostro figlio. La più grande gioia che abbia mai provato e che auguro a tutti. Anche per mio figlio, ovviamente, ci sono visite, esami e medicinali da comprare, oltre ai pannolini, ai vestitini, alla culla, al passeggino, ecc... Tutto questo, badi bene, con mia moglie che ha lo stipendio ridotto (si, perché le vostre leggi puniscono chi voglia avere figli) durante la maternità e che se lo vedrebbe ridurre ancora, fino al 30% (!!!), se continuasse il periodo di maternità. Quindi che si fa? Bisogna tornare al lavoro. E il bambino a chi lo lascio? Siamo emigranti, non abbiamo nonne o zie a cui lasciarlo. Una baby sitter? Va bene! Conosce, cara ministra, i prezzi delle baby sitter? Allora proviamo con l'asilo nido comunale: niente da fare. Non c'è l'asilo. Se c'è, non è aperto. Se è aperto, il comune non ha i soldi per le insegnanti. Se ha i soldi, non ci sono abbastanza posti. Insomma, mio figlio resta fuori. E allora? Asilo nido privato! Quattrocento euro al mese. QUATTROCENTO.
Ora mi dica lei: è normale tutto ciò? Lo sa che in alcuni paesi europei gli asili nido sono nelle aziende dove le donne vanno a lavorare? Lo sa che in alcuni paesi europei ci sono sgravi fiscali e incentivi all'acquisto o all'affitto di una casa per le coppie sposate con figli? Lo sa che i prezzi degli affitti e delle case sono fuori mercato in molte zone d'Italia? Lo sa che i tassi di interesse per i mutui sono follia allo stato puro? Lo sa che...
Ma che continuo a fare. Certo che lo sa. E, nonostante ella sappia tutte queste cose, propone zero soluzioni. Lo stesso dicasi per il governo di cui fa parte. L'unica cosa che è stata capace di proporre è il Fertility Day.
Ma vada a fare i pompini, signora ministro...

[Lord Styrner]

Sfogo #1/16



Cominciamo. A vomitare tutto il marcio che abbiamo dentro. Tutto il veleno che ogni giorno ingoiamo, beviamo, respiriamo. Viviamo. Sul posto di lavoro. Sul luogo di studio. In famiglia. Tra gli amici. Gli amici? E che cazzo sono?
Cominciamo oggi. Perché oggi non ce la faccio più. Dovevo scegliere: o proiettili, o parole. E ho scelto le parole. Dovreste ringraziarmi, ma so che non lo farete. Vi lascerò ancora vivere, o meglio: campare. Perché voi non vivete. Più. Da tempo. Ormai. 
Mi limiterò a dirvi quanto vi odio. E quanto mi odio, per colpa vostra e della società di merda che avete costruito. Edificato. Imposto. Venerato. Adorato. Non avrò pietà per nessuno e spero che chiunque passi su queste pagine, e voglia sfogarsi, non abbia pietà per voi. Per me. Per se stesso. Perchè la pietà è morta. E' un sentimento troppo nobile per poter sopravvivere in questa cloaca immonda che voi chiamate "società civile". Io non voglio essere sociale. Io non voglio essere civile. Io non voglio essere voi. E se sono arrivato ad assomigliarvi così tanto, tanto da camuffarmi in mezzo a voi senza che possiate notarmi, è arrivato il momento di costituirsi. Sono un criminale, come tutti voi. Un egoista, come tutti voi. Con una differenza sostanziale: io lo so, e per questo mi faccio schifo. Voi?
Voi adesso state nel traffico cittadino. State portando il culo in qualche ufficio di merda dove cercherete di produrre qualche profitto per gente che di voi se ne sbatte il cazzo. Poi farete qualche chiacchiera con altri sfigati come voi e per questo vi convincerete di essere umani. Infine timbrerete il cartellino, vi rifarete un'altra oretta di traffico, e aprirete la porta di casa. Troverete un estraneo e stirerà un sorriso su un volto pallido e che fingerà di volervi bene. Vi chiederà come sia andata la giornata. Non gliene frega un cazzo, ma deve convincersi e convincervi che invece sia una cosa interessante. Poi mangerete qualche immondizia transgenica creata ad hoc dalle multinazionali, se vi va di culo vi farete una scopata senza aggettivi. E poi andrete a letto. Sperando che giunga Morfeo. 
O il Tristo Mietitore.

[Lord Styrner]