Sfogo #9/16



L'orizzonte è muto. Ingabbiato dalle nubi. Massacrato dalla pioggia. 
E il nostro amore sta finendo. Non mi chiedo nemmeno perché. So solo che sta accadendo. E che noi non possiamo farci nulla. Non possiamo arginare il crollo della diga. Non possiamo fermare la valanga che ci sta travolgendo.
Io alla finestra, tu sul divano. La televisione è accesa. I nostri occhi spenti. Provo a guardare attraverso le gocce di pioggia che rigano la finestra. Niente. Impossibile. Tu dondoli un desiderio tra le braccia. Sei pallida. Sei stanca. La vitalità ti ha abbandonato. Colpa tua, colpa mia, colpa di dio - se esistesse. Non so di chi sia la colpa. Non mi interessa. Non più, ormai.
Piove nel vento. Gocce portate chissà dove. Vorrei stare con loro in questo momento. Scomparire. Fuggire. Andare via, in balia del vento. Ormai vivo in balia del tempo. I risvegli tutti uguali. Le cene silenziose. Il sesso saltuario e annoiato. La notte gelida. Gli incubi e le ansie. E poi ricominciare. Un'altra alba. Un altro tramonto.
Come se ne esce? Non ne ho idea. Di sicuro, non si può andare avanti. Possiamo provare a tornare indietro, a quando ti suonavo una canzone o ti declamavo una poesia. A quando ci emozionavamo per un tramonto. A quando stavamo rintanati in auto ad ascoltare la musica. Mentre fuori pioveva forte. Forte come adesso.
Vorrei dirti qualcosa, ma so che sarebbe inutile. Ormai ogni gesto, anche il più gentile, ha perso significato per te. La routine ha preso il sopravvento. Tutto è scontato. Tutto è banale. Non c'è più un guizzo, un lampo, uno scatto, una caduta improvvisa. Le ferite che sanguinano sono quelle invisibili. E non si cicatrizzeranno mai.
Mai più.

[Lord Styrner]

1 commento:

  1. Se ne esce facendo i guerrieri.
    Bello scritto come sempre. Grazie.

    F.

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